L'edificio sorge su un lotto angolare del viale principale del Centro Direzionale e rientra nella tipologia delle costruzioni "basse"; il progetto strutturale è stato redatto dagli ingg. A. e R. Gandolfi. La pianta a 'L' - con il lato lungo di 60 metri - costituisce un sorta di corte interna collegata all'asse principale mediante i porticati al piano stradale. La maggiore valenza è data dalla soluzione di angolo ove una diversa distribuzione interna conforma anche l'aspetto architettonico della volumetria esterna la quale, con le torri angolari in marmo e la parte centrale in ferro, muove al ricordo delle costruzioni di inizio secolo sui buolevards parigini e viennesi, come l'Autore stesso ha dichiarato. L'opera, come tutte le produzioni di Pagliara, si distingue per l'abile cura del disegno, per la scelta dei materiali, per il sapiente uso dei marmi e per la combinazione di tutti gli elementi. Quest'ultima caratteristica e «l'ambiguità di questa fronte che si compone di una testata e di un prospetto, l'accostamento di vari materiali, segnatamente la pietra ed il ferro, nonché la suddetta rivalutazione del «decorativo» costituiscono i fattori più originali dell'opera, lontanissimi dall'idea di un minimalista prisma rispecchiante» (De Fusco 1994). Ed è proprio da questa mancata rispondenza alle direttive generali che scaturiscono le maggiori riserve sul prodotto, non per l'architettura fine a se stessa, sempre pregna di valenze, ma per il suo inserimento in un contesto urbano caratterizzato da tanto linearismo spesso esaltato dal courtain-wall.