STABILIMENTI DELLA SAINT GOBAIN

STABILIMENTI DELLA SAINT GOBAIN

AUTORE principale*

Davide Pacanowski

comune

Caserta

provincia

Caserta

località

estremi cronologici

1953 - 1959

tipologia

Edifici per attività produttive

DESTINAZIONE

Fabbrica per la produzione di lastre di vetro

perchè tutelarla

Costruita tra il 1953 e il 1959 su un’area di 457.145 mq, con una superficie coperta di 77.473 mq, la Saint-Gobain era divisa in vari reparti: composizione, forni, taglio, controllo della qualità, spedizione e stoccaggio. Intorno ai forni sormontati da alte ciminiere in mattoni, divenute un segno nel paesaggio urbano della città, erano aggregati l’officina, i reparti meccanico ed elettrico e la falegnameria. La scelta del luogo in cui edificare il complesso industriale, nella zona sud-est della città, ai confini con San Nicola la Strada, fu influenzata dalla vicinanza della strada ferrata, indispensabile per il trasporto dei prodotti, e delle condutture dell’Acquedotto Carolino, dal quale si poteva attingere la grande quantità d’acqua necessaria per la lavorazione del vetro. La fabbrica, progettata da Pacanowski con la collaborazione dei tecnici aziendali della Saint-Gobain, si distingue dai capannoni industriali coevi per la qualità architettonica espressa nella cura delle superfici perimetrali in mattoni a vista e della carpenteria metallica nel sistema delle travi reticolari dei piloni e delle capriate di copertura, originariamente rivestite da lastre di cemento-amianto, materiale che all’epoca era considerato innovativo per le elevate prestazioni in termini di leggerezza e resistenza, ma che poi si è rivelato estremamente dannoso per la salute dei lavoratori perché cancerogeno. In questo edificio la cultura progettuale di Pacanowski si manifesta, oltre che nella cura dei sistemi costruttivi, inusuale in un fabbricato per la produzione industriale, anche nella sagoma del capannone principale, che ricorda la fabbrica delle turbine A.E.G. di Peter Behrens a Berlino. Oggi l’ex complesso Saint Gobain, importante esempio di archeologia industriale, purtroppo in gran parte demolito e diviso in quartiere residenziale, terziario e ricettivo, conserva ancora dell’originaria fabbrica la zona del forno float con la ciminiera e alcuni capannoni, in totale stato di abbandono e di degrado. Di notevole interesse sono pure i quartieri residenziali per gli operai e per i dirigenti disposti in prossimità dello stabilimento industriale, progettati in parte da Pacanowski e in parte da altri professionisti (Marco Antonio Fusco, Carlo Migliardi e Mario Fiorucci).

Mappa

* L'elenco completo degli autori e dei ruoli è consultabile sulla scheda del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi.