STAZIONE LINEA1 MN GARIBALDI

STAZIONE LINEA1 MN GARIBALDI

AUTORE principale*

Dominique Perrault

comune

Napoli

provincia

Napoli

località

estremi cronologici

- 2013

tipologia

Edifici per i trasporti

DESTINAZIONE

stazione della metropolitana

perchè tutelarla

L’intervento ha diviso piazza Garibaldi longitudinalmente in due parti mediante un grande viale baricentrico, ortogonale alla stazione ferroviaria, che, sul lato opposto, si arresta in prossimità di una terza zona disposta in prossimità dell’imbocco di corso Umberto I. E’ la cosiddetta Piazza Antica, una pausa di sapore ottocentesco con, al centro, la statua di Giuseppe Garibaldi, filtro agli imbocchi del Rettifilo, di via Pasquale Stanislao Mancini e di via Alessandro Poerio. Sul versante orientale, di proprietà delle Ferrovie, spazi verdi con fontane e specchi d’acqua, oltre alle strutture di discesa alle quote dei treni. Sull’altro versante, di proprietà comunale e d’estensione equivalente, l’architetto francese ha disegnato la Piazza dell’Ombra, situata a otto metri sotto il calpestio stradale e da esso visibile attraverso un grande vuoto rettangolare, con locali commerciali e accessi alle linee dei trasporti su ferro. Dalla piazza ipogea emerge una copertura in pannelli in pvc traforati e variamente orientati, auto-pulenti. Non complanari, di diversa tessitura e dimensione, sono sorretti da una successione di pilastri metallici inclinati, le cui autonome nervature, proiettate nella variegata composizione dei piani sghembi e giustapposti, formano una struttura spaziale che in termini espressivi riprende, aggiornandolo, il linguaggio organico dell’opera novecentesca. Come nella stazione ferroviaria, anche nel nuovo intervento lo spazio è generato dall’accostamento di elementi strutturalmente e figurativamente autonomi. Nella prima, tuttavia, non sono mai smarriti i motivi conduttori della composizione generale e in qualsiasi punto la ripetitività di elementi modulari sempre uguali garantisce la leggibilità dell’insieme. Nell’opera di Perrault, invece, l’alternanza di due elementi differenti, anche se analoghi per concezione, non consente di percepire sincronicamente la logica complessiva dell’insieme, che chiede di essere soprattutto percorso. Gli sfalsamenti dei pannelli di copertura traforati e le nervature nei singoli pilastri determinano la frantumazione del grande spazio ipogeo. Perrault, inoltre, ha perseguito un risultato di osmosi spaziale verticale tra la quota della piazza e quella ipogea, laddove analogo concetto, in orizzontale, e in prospettiva paesaggistica, era stato inaugurato nella stazione ferroviaria, aprendola alla veduta del Vesuvio attraverso lo sfalsamento tra l’intradosso della ‘tettoia’ e le pensiline dei binari. Infine, è stata rispettata una ‘regola’ di inserimento del nuovo nella città storica, enunciata da Roberto Pane: la quota di estradosso delle nuove strutture è la stessa della stazione degli anni ’50. Resta solo da considerare che mentre all’interno della stazione ferroviaria si è effettivamente riparati dal sole, dal vento e dalla pioggia, chi percorre la piazza ipogea non è minimamente riparato. Una conferma di come molte architetture contemporanee cerchino preliminarmente l’immagine, mettendo in secondo piano gli aspetti funzionali.

Mappa

* L'elenco completo degli autori e dei ruoli è consultabile sulla scheda del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi.