ANTICHE TERME STABIANE

ANTICHE TERME STABIANE

AUTORE principale*

Marcello Canino

comune

Castellammare di Stabia

provincia

Napoli

località

Cantiere Navale

estremi cronologici

1955 - 1956

tipologia

Strutture sanitarie

DESTINAZIONE

Terme

perchè tutelarla

Le Antiche Terme Stabiane sono sorte a fine Ottocento nell’area del cantiere navale di Castellammare di Stabia e sono state più volte ristrutturate e ampliate. Il complesso termale oggi è in una condizione ottimale a seguito di un restauro recente del progetto originale (2006-2017). L’attuale complesso comunale sorge sullo stesso sito delle antiche terme demolite, dove sgorgavano 28 sorgenti di acqua minerale di diversa composizione. Nell'immediato dopoguerra, il Comune bandiva un concorso per un nuovo edificio termale da realizzarsi in località Solaro, ma per motivi economici decideva poi di ristrutturare le vecchie terme vicino ai Cantieri Navali. Il conseguente progetto di ristrutturazione e ampliamento, fatto allora da Marcello Canino, venne ridotto alla dimensione planimetrica delle vecchie terme. Le nuove terme vengono articolate in un lungo corpo di fabbrica mistilineo, che ricalca il confine delle vecchie terme, alcuni corpi di fabbrica interni (poi demoliti), e un pergolato in legno alla base del monte che recinge un cortile con palme in continuità paesistica con le pendici del Faito. Sulla piazza del Cantiere (oggi piazza Amendola), Canino situa l’ingresso alle terme con una soluzione architettonica rappresentativa: un corpo di fabbrica ben individuato rispetto al resto dell’edificio, con una pensilina retta da quattro esili colonne in ghisa con capitelli neo-egizi che conferiscono all'edificio per il benessere un tocco ludico. All'interno, l’ampio atrio è occupato dalla biglietteria e da una scala con doppie rampe incrociate che serve i locali per uffici soprastanti e le due ali in cui è diviso l’edificio termale. L’ala verso ovest è destinata alle visite mediche, alle cure termali con sale per terapia e camerini con vasche in marmo, mentre l’ala verso est, contiene ambienti per lo svago e la ristorazione. All'esterno il prospetto ha un’impostazione libera da vincoli distributivi poiché contiene solo ballatoi di distribuzione. Esso è impaginato in cornice con dense ombre, trasparenze con brise-soleil metallici mobili e un semplice basamento in klinker con decorazioni a raso. Sul lato interno verso il cortile, verso sud, un largo portico addossato al corpo di fabbrica consente sulla sua copertura passeggiate con sole, aria e spazi all'aperto per il ristorante al primo piano. Lo spazio del grande cortile, chiuso dalle pendici del monte Faito, è definito dal lungo e leggero porticato ombroso che chiude lo spazio pavimentato dove sono ubicati i due gruppi di sorgenti che contengono i 18 tipi di acqua minerale. Verso l’ultimo decennio del Novecento, il marketing delle cure termali subisce un cambiamento sostanziale: alle cure tradizionali, non più sostenute dalla clientela pubblica del Sistema Sanitario Nazionale si affianca una nuova cultura dei trattamenti benessere e del fitness. Tale cambiamento, che ha ridotto notevolmente i clienti delle terme tradizionali come le Terme Stabiane, ha indotto il Comune a far redigere un progetto di massima per l’ammodernamento, il restauro e l’ampliamento del complesso termale che aggiungeva nella corte anche alcuni porticati presenti in un progetto generale di Canino del 1955 , ma non realizzati (progetto arch. Adele Pezzullo). Successivamente, avendo il Comune ottenuto un finanziamento statale per il solo restauro e l’ammodernamento delle terme senza ampliamento, viene bandito nel 2006 un concorso appalto per il progetto esecutivo, vinto dal gruppo composto da Pasquale Miano, con Achille Renzullo, Sergio Stenti, Sebastiano Molaro, Eugenio Certosino, Michele De Vita, Marina Di Iorio, Andrea Jandoli, Stefania Florino, Arturo Melisi, Piera Palladino e Patrizia Porritiello. Il progetto di ammodernamento cerca di operare le innovazioni tecnologiche previste dentro i caratteri dell’edificio storico senza variazioni sostanziali, recuperando e restaurando i materiali in klinker della facciata, i rivestimenti in mosaico vitreo dei pilastri e delle sale interne, i colori e le pavimentazioni originarie. Inoltre, viene riprogettata la suddivisione del cortile in tre spazi distinti attraverso nuovi porticati che danno anche accesso al parco sulle falde del monte. Infine, sono aggiunti, a completamento del complesso, due bassi e semplici volumi per servizi tecnici (spogliatoio operai e impianti tecnologici) che, progettati in assonanza col resto, si differenziano anche per il colore grigio scuro del paramento in klinker. I lavori si sono conclusi nel 2017.

Mappa

* L'elenco completo degli autori e dei ruoli è consultabile sulla scheda del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi.