La casa sorge su una radura di una collina dell’alto casertano, quasi al confine con la provincia di Benevento, in un sito dalla forte vocazione panoramica, di cui la fabbrica sfrutta al meglio le condizioni paesaggistiche. L'edificio sostituisce un precedente rudere in tufo, utilizzato come ricovero dai pastori, con prospiciente un’aia di dimensioni leggermente superiori. Il rudere, demolito e ricostruito sulla stessa area di sedime e con le pietre di tufo recuperate a formarne basamento (gli altri corpi sono ruotati rispetto al rudere di circa 45°), diviene il turrito avamposto della casa sulla valle. L’attenzione per un dialogo nuovo fra ambiente naturale ed edificio costruito, coniugato ad esigenze di sicurezza e privacy, hanno determinato la scelta di una tipologia di casa a corte a padiglioni, contemporaneamente chiusa a cittadella nella sua claustrale riservatezza e aperta con squarci e finestre sul suggestivo panorama. La grande corte costituisce il fulcro della composizione. Essa rimane definita sui lati a levante e a mezzogiorno dai padiglioni, a settentrione dal muro perimetrale con grandi aperture ritagliate sul paesaggio telesino e a ponente dal muro di appoggio per le scale che conducono al sottoportico e al primo piano.