CHIESA DI SAN PIETRO IN CATTEDRA

CHIESA DI SAN PIETRO IN CATTEDRA

AUTORE principale*

Marcello Canino

comune

Caserta

provincia

Caserta

località

estremi cronologici

1956 - 1968

tipologia

Edifici per il culto

DESTINAZIONE

Chiesa

perchè tutelarla

Marcello Canino progetta e realizza diversi edifici religiosi, frutto di partecipazione a concorsi e di realizzazioni finanziate dal Programma di Evangelizzazione delle periferie emanato nel dopoguerra. Severità, semplicità e una forte impronta classicista sono i riferimenti stilistici della sua architettura religiosa. L’elaborazione di diverse soluzioni per la chiesa di San Pietro in Cattedra a Caserta, incluso un plastico, mostra una ricca elaborazione di progetto per un complesso di cui viene realizzato solo l’edificio ecclesiastico. In questo caso egli sperimenta il tema progettuale, all'epoca poco utilizzato, dell'impianto ellittico. La qualità architettonica è accresciuta dall'articolazione dell’opera muraria, chiaroscurata all’esterno da una sequenza di arcate e all'interno da una teoria di nicchie, riquadrate da slanciati pilastri circolari. I pilastri, addossati al perimetro interno, sembrano sostenere la cupola dalla curvatura ribassata, poggiata sopra un tamburo finestrato mediante bucature inserite nelle lunette di raccordo. Nelle note, infatti, lo stesso Canino scrive: «Le nuove fabbriche comprenderanno la Chiesa, il Campanile e i locali per la canonica e le opere di Ministero Pastorale. […] La pianta ellittica inoltre consente buona visibilità da ogni punto e permette di ubicare nel modo più conveniente il presbiterio. La struttura muraria di perimetro è configurata con una serie di nicchioni che accoglieranno l’altare maggiore, qualche altare secondario, il battistero, i confessionali. La chiesa è coperta con una volta ellissoidica lunettata che è sorretta da 12 pilastri circolari. Nicchie e pilastri creeranno un gioco di volumi atto ad evitare lo squallido aspetto che purtroppo assumono le chiese ad una sola navata quando i muri di ambito non hanno alcun effetto di chiaroscuro e sono lasciati, come molte volte accade per economia, privi di decorazione. Molta cura si è tenuta nel disporre i vani di luce, che sono due per ogni nicchione, alti e stretti, in modo che la luce si diffonda attenuata. Il tamburo riceverà invece maggior copia di luce da una serie di finestre munite di transenne in modo che la cupola appaia fragile e leggera. […] I muri di perimetro della chiesa saranno di mattoni, la cupola sarà in lamina sottile di cemento armato, sorretta da pilastri in c.a. Le fondazioni delle murature sono in tela su zoccolo di calcestruzzo; quella dei pilastri saranno con plinti in c.a.». Le fabbriche dell’intero complesso, così come era progettato in origine, sarebbero state distribuite lungo la strada. A margine della chiesa erano previste lungo l’asse longitudinale, con la fabbrica posta al centro degli edifici a dare un’impostazione unitaria al complesso, altre pertinenze, come un campanile. Pur sviluppando il tema in maniera libera, Canino apriva il complesso alla dimensione urbana.

Mappa

* L'elenco completo degli autori e dei ruoli è consultabile sulla scheda del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi.