Tra il 1953 e il 1954 Vittorio Amicarelli realizza la più interessante costruzione tra quelle che, a partire dagli anni Quaranta, gli erano state commissionate in via Tasso, su aree in forte pendenza, nell'ambito dei rapporti instaurati con alcune famiglie d’imprenditori. L’edificio fu costruito mediante un grande sbancamento dei suoli degli ingegneri Ugo e Giulio Marino, che già negli anni Quaranta gli avevano commissionato un altro edificio su un suolo contiguo di loro proprietà. La palazzina si compone di due corpi distinti e sfalsati, uniti dalla scala collocata in posizione baricentrica, che serve due appartamenti per piano. La rigida figura dei partiti geometrici, che esibiscono un evidente richiamo agli stilemi del razionalismo, è compensata - dice Menna (2000) - dallo slittamento planimetrico dei due volumi, le cui differenti quote d’impianto comportano uno sfalsamento anche delle quote degli appartamenti, consentendo di ‘guadagnare’ a quota strada, sul versante occidentale, i volumi delle autorimesse coperti a tetto-giardino.