estremi cronologici
1954 - 1957
DESTINAZIONE
Residenze, uffici, albergo
perchè tutelarla
Secondo l'appalto-concorso - bandito dalla Società Cattolica di Assicurazioni, al quale parteciparono noti studi di professionisti napoletani - si sarebbe dovuta ricavare una piazzetta sul lato prospiciente via Medina. Il gruppo vincitore, coordinato da Stefania Filo Speziale, assegnò la progettazione del complesso strutturale all'ing. Guido Del Vecchio. Il grattacielo è stato oggetto di aspre e dure critiche, non tanto per il prodotto architettonico, ma principalmente per l'inserimento nel tessuto urbano di una mole così emergente che costituisce «una lacerazione non certo minore nè meno deprecabile [...]. In fondo era inevitabile che nella Babele del rione Carità, che è più congestionato di prima, ci fossero anche le torri di Babele, a confondere la lingua dell'architettura in quella della speculazione edilizia», come si espresse Brandi nel '58. Nella progettazione architettonica - sul modello del grattacielo milanese di Gio Ponti - sono stati rispettati i criteri dettati dal piano Cosenza del '46 per la via Marittima: un corpo basso a piastra su cui svetta l'alta torre. La struttura di ventisette piani ospita un albergo e, al piano attico, un ristorante-belvedere. Nel panorama generale della produzione edilizia napoletana del dopoguerra, quest'opera - come già detto condannata per il suo inserimento brutale nel centro storico e che oltretutto danneggia l'aspetto paesaggistico e panoramico - se avulsa dal contesto presenta dei caratteri architettonici accettabili, tant'è che è stata definita «l'errore più alto ma non più grande del ventennio in esame» (Belfiore, 1991).
Mappa
* L'elenco completo degli autori e dei ruoli è consultabile sulla scheda del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi.