PALAZZO DELLA CONFINDUSTRIA

PALAZZO DELLA CONFINDUSTRIA

AUTORE principale*

Paolo Portoghesi

comune

Avellino

provincia

Avellino

località

estremi cronologici

1992 - 1996

tipologia

Sedi del settore terziario

DESTINAZIONE

Palazzo della Confindustria

perchè tutelarla

L’opera rientra nel codice linguistico di Paolo Portoghesi, caratterizzato dalla ripresa e dalla relativa modernizzazione dei canoni della classicità e particolarmente affine alla rielaborazione degli stili della storia. Si compone di un corpo centrale circolare e da due corpi di fabbrica laterali tra loro simmetrici a pianta quadrata, ma ruotati e allineati secondo le rispettive diagonali, a creare due ali aperte sull'atrio antistante l’edificio, in maniera particolarmente magniloquente, e ben ordinate all'interno del primitivo lotto trapezoidale. Le facciate sono contraddistinte da fasce marcapiano, con i tre piani rivestiti da lastre di travertino a fasce bicolore. Il sistema delle aperture è distribuito in maniera stereometrica per tutto l’edificio, la sistemazione delle finestre d’angolo aggiunge una dinamicità e una significativa modernizzazione a un fabbricato che risulterebbe altrimenti statico e monumentale. L’andamento concavo-convesso dei setti murari perimetrali esterni mostra una forte tensione verso l’esterno, poi contraddetta da una significativa austerità interna che ruota tutta intorno al portico dell’atrio circolare, sormontato da un lucernario, a cui corrisponde sulla sommità un’altana ottagonale, evocativa di alcune figure del mondo antico, ma denunciando al tempo stesso l’apertura al pubblico dell’edificio e la sua maggiore visibilità a scala urbana. L’intento di dare risalto al valore degli opposti, memore di un puro disincanto di perduti equilibri architettonici, appare ancora più evidente nella forte contrapposizione tra il travertino del rivestimento e il colore verde smeraldo-turchese di infissi e ringhiere. Come ha dichiarato lo stesso Paolo Portoghesi, in merito alle tensioni tra interno ed esterno dell’edificio: «ricordate le tele di Fontana, tagliate in modo che i lembi, a causa della tensione superficiale della materia sporgesse verso l’esterno? In questo si è voluto fare qualcosa di simile per dare ai muri una leggerezza e una qualità plastica che ne riscattasse il peso. […] L’architettura consiste fin dalle origini nel dare ai muri e alle pietre un valore diverso da quello che avrebbero in base al loro peso». Particolare attenzione è stata posta agli aspetti tecnologici, come ad esempio la scelta strutturale di un solaio a piastra ad armatura incrociata appoggiato solamente ai setti perimetrali esterni per una luce di 14 metri, che permettesse di realizzare spazi interni completamente liberi e flessibili.

Mappa

* L'elenco completo degli autori e dei ruoli è consultabile sulla scheda del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi.